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Inter, Marotta si sbilancia: “Se i fondi arrivano vuol dire che manca liquidità”

L'ad torna a parlare del campionato

Beppe Marotta ph: KeyPress

Inter, Marotta: “Sarà un campionato affascinante”

Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’area sportiva dell’Inter, ha parlato  durante il forum “Lo Sport fa Viaggiare” soprattutto della questione finanziaria in Italia.

Nello sport bisogna avere il coraggio di osare, è uno dei valori più importanti: sta anche a me come leader tenere alta l’asticella. Dobbiamo avere la conquista della seconda stella come stimolo. E’ una sfida importante per tutti in una stagione anomala: ci sarà il Mondiale con due mesi di sosta, bisognerà gestire anche la parte atletica. Non avendo riferimenti precedenti, questo potrà incidere. Sarà un campionato avvincente: negli ultimi anni Juventus, Inter e Milan sono tornate a vincere, non c’è più l’egemonia bianconera.

Inter, Marotta: “Manca liquidità, c’è grande crisi economica”

Spero che ci sia quella passione e quell’interesse: se non ci fosse lo sport in Italia, saremmo un paese relegato ad essere fanalino di coda. Negli anni ’70-’80 lo sport era generato dal mecenatismo, oggi non ci sono più imprenditori: siamo in un momento di forte contrazione dello sport. L’anno scorso ha dimostrato che la cura dei particolari fa la differenza: essere arrivati secondi a due punti significa che la distanza era minima e che dobbiamo curare quegli aspetti che abbiamo tralasciato. Credo che la forza di una società sia proprio quella di curare i particolari e sviluppare una squadra che sta dietro: da lì qualche punto viene fuori.

I fondi? Se i fondi arrivano vuol dire che manca liquidità: c’è grande difficoltà finanziaria. E’ giusto che si dia spazio a proprietà straniere, perché il mecenatismo è finito, e ai fondi perché portano linfa vitale che darebbe sostenibilità. Il made in Italy è ancora di grande livello, a livello di giocatori e allenatori: lo ha dimostrato Ancelotti che ha rivinto la Champions. Non dimentichiamo che la formazione deve essere fatta da grandi talenti ma anche da grandi formatori: oggi la crisi è dovuta a mancanza di formatori di livello. Mi riferisco all’attività giovanile: spesso c’è questa situazione forzata di dover fare risultato a tutti i costi, manca la cultura della sconfitta. Tutti vogliono vincere e credono che solo vincendo avrai la riconferma: non è così. Coverciano deve promuovere un’attività didattica di alto livello, sia a livello maschile che femminile”.

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