Quando dopo aver affrontato la squadra più forte al mondo parli di rimpianti, sai di aver fatto una grande partita. Molti hanno detto che sarebbe stato meglio subire un’imbarcata anziché giocarsela alla pari con il Manchester City, altri invece sono più contenti di aver perso in questo, però diciamocelo: se perdi, hai perso e basta, non esiste un modo giusto per farlo. L’Inter però può raccogliere tanti frutti da questa partita, soprattutto da un punto di vista tattico, poiché i nerazzurri da questo punto di vista sono stati magistrali.
Inzaghi tatticamente perfetto, ma non basta
Le mosse tattiche di Mister Inzaghi hanno messo in grandissima difficoltà Guardiola. Sintomatico di ciò è lo scambio di posizioni avvenuto tra Gundogan e De Bruyne, perché quest’ultimo stava andando in difficoltà estrema con Darmian che gli stava attaccato e che più volte lo ha seguito fino nella sua metà campo. Nel primo tempo molte volte i nerazzurri cercavano di “mandare” il City sulla fascia sinistra (destra del City, sinistra dell’Inter) tramite il proprio pressing, con Dzeko che ha coperto le linee di passaggio ad Ederson, che qualche rinvio, infatti, lo ha sbagliato.
La marcatura di Acerbi su Haaland è stata semplicemente perfetta, con Bastoni che spesso ha aiutato l’ex Lazio a fermare l’attaccante norvegese, osservando Gundogan a distanza. Un altro aspetto tattico interessante è quello che riguarda la ricezione della palla da parte dei giocatori del City, i quali il più delle volte ricevevano la sfera con le spalle alla porta, complici le marcature strettissime dei nerazzurri. In fase offensiva forse si poteva fare di più, ma anche la sfortuna ci ha messo del suo a complicare il match dell’Inter. Mister Inzaghi meritava di più per come ha preparato la partita, ma una magra consolazione ce l’ha: la sua squadra ha giocato alla pari, se non meglio a tratti, con il club più forte al mondo.