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Lautaro, la paura degli undici metri

La maledizione degli 11 metri colpisce il Toro

Lautaro Martinez ph: Fornelli/Keypress

“[…] Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore.
Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore […]” 

-La leva calcistica del ’68, Francesco De Gregori

E non importa se Nino in realtà è un calciatore argentino di Bahía Blanca con un’insolita simpatia per il basket, De Gregori nella sua canzone si riferisce a coloro che nella vita sbagliano una decisione importante, nel suo testo li invita a farsi coraggio e a non lasciarsi intimorire da quell’episodio e li esorta a guardare oltre e farsi forza.

Lautaro Martinez ha imparato molto nei suoi 3 anni a Milano: ha imparato a saper accettare di buon grado la panchina il primo anno, ha imparato a farsi vedere e sentire nel momento del bisogno durante il secondo anno, ha imparato a caricarsi sulle spalle la squadra e trascinarla allo scudetto nel terzo anno.

“[…] Tutti col numero dieci sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori […]”

-Nessuno vuole essere Robin, Cesare Cremonini

Nessuno vuole essere Robin, canta Cesare Cremonini, e proprio Lautaro, che nella Lu-La interpretava il ruolo dell’aiutante di Romelu Lukaku, un po’ ci si è ritrovato nei panni dell’assistente di Batman; ed ora, al quarto anno, è chiamato a collaborare con Edin Dzeko, per un aumento del carico di responsabilità che per ora il 24enne non è riuscito ad assimilare.

Ma il rapporto “tossico” con il dischetto del rigore non è iniziato domenica scorsa.

5 luglio 2020, Stadio Giuseppe Meazza, Milano.

In un San Siro vuoto si sta giocando Inter-Bologna, valevole per la 30° giornata di Serie A, l’Inter è in vantaggio con gol di Lukaku, è il 62′ minuto e Lautaro è sul dischetto del rigore, solitamente è il belga con la 9 a calciare dagli undici metri, ma per un eccesso (a questo punto si può parlare di tale) di generosità cede il pallone al compagno di reparto che era rimasto a secco nelle 4 partite precedenti e cercava riscatto in quel dannato rigore.

Skorupski intercetta il pallone, e il Bologna con uno scatto d’orgoglio e con il peso più leggero riesce a sfangare Milano per una vittoria fu sicuramente d’aiuto alla Juventus che quell’anno vinse lo scudetto.

E così come quel 5 luglio, anche domenica scorsa si è ripetuta la scena, con lo stesso esito.

“[…] Ci sei solo tu, con quella porta davanti
e un tiro da segnare che aspetta per svelarti se
Tutti quei sogni per cui tu corri
Li meriti davvero o son solo illusioni folli
Solo tu, e quella porta più in là
Sotto i fischi di tutti quando quel tiro non va […]”

-Tu corri, Gemelli Diversi

“El Toro” sembra ora quasi spaventato a calciare quel rigore, e non c’è scala gerarchica che tenga, si dice che LeBron James dopo diverse critiche sui suoi tiri liberi ne abbia fatti più di 10000 in allenamento per migliorare la sua tecnica di tiro, e allora Lautaro, se serve, calcia 10000 rigori, ma anche 100000 e sul prossimo calcio di rigore noi saremo pronti ad esultare per un tuo gol.

 

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