Samir Handanovic, così come Inzaghi pensa alla sfida di domani contro la Juventus, che sarà decisiva dopo la Supercoppa di gennaio, vinta al 120′ grazie al gol di Sanchez.
Prima domanda per entrambi: cosa significa essere qui a giocare la finale?
“È motivo di orgoglio, volevamo andare in finale dopo tanti anni che l’Inter non c’è stata e ci siamo riusciti. Primo obiettivo raggiunto, e poi partite con la Juve quest’anno ne abbiamo giocate tre: sono state tutte combattute, ci vorrà concentrazione e attenzione ai dettagli che decideranno la partita”.
Quale dettaglio farà la differenza?
“Dobbiamo essere più bravi noi, non ti basta una cosa. Come abbiamo visto nelle tre partite giocate in questo campionato con loro, sono state equilibrate: a Torino loro hanno fatto meglio di noi, nelle altre due noi. Mi aspetto una gara così”.
Cosa servirà?
“Giocare a calcio, metter in campo quello che abbiamo preparato. Come ti alleni, giochi: questo è il succo della nostra stagione”.
Più difficile vincere la coppa o recuperare il Milan?
“Bella domanda, non lo so. Sicuramente penseremo a domani, quello è il nostro futuro”.
Cosa serve per migliorare l’approccio alla gara?
“Qualche volta succede a tutte le squadre, di solito quando giochi tante partite. Poi ci sta che qualche gara magari ti serve per reagire. Non lo fai consciamente, succede quando giochi tanto”.
Cosa è cambiato nello spogliatoio?
“Tante cose, proprietà, obiettivi. Ma comunque per arrivare a questo è servito un percorso: sono stati anni difficili per l’Inter, dove non è stata abituata a stare in alto. Però con il lavoro di tutti quelli che vogliono bene all’Inter sei tornato dove devi stare”.
Qual è la caratteristica della Juve che temete e quali i giocatori?
“Nessuna, perché in finale bisogna giocare al meglio e devono giocare i migliori. La loro caratteristica migliore è la transizione”.