Napoli, Venezia, Spezia, Roma, Cagliari, Salernitana e Torino: queste le sette vittorie consecutive dell’Inter con diverse chicche da sottolineare.
In queste sette partite l’Inter ha fatto 20 gol (media di 2,85 gol a partita), ne ha subiti 2 (entrambi contro il Napoli) e ha quindi ottenuto il sesto clean sheet (record per Handanovic) con più di 550 minuti di imbattibilità e nell’anno solare 2021 ha ottenuto 104 punti.
Ma la partita contro il Torino è stata un’eccezione che merita una diversa chiave di lettura.
L’Inter vince di misura 1-0 con gol di Dumfries, che riporta ancora ai tempi dell’Inter di Conte, con lo sviluppo dei contropiede con una novità: l’Inter “contiana” ha basato le sue ripartenze su un possesso palla al limite della propria area, per far salire la pressione degli avversari e lanciare le punte per partire in campo aperto, invece l’Inter del match contro il Torino ha basato i suoi contropiedi sul possesso dei granata, un recupero veloce del pallone (marchio di fabbrica della disposizione tattica di Inzaghi) e successivamente la ripartenza che passa dai registi di reparto (De Vrij-Brozovic-Dzeko), la spina dorsale di questa Inter.
L’Inter dell’incontro con la squadra di Juric, ha unito i meccanismi vecchi con gli ingranaggi nuovi, per un nuovo grado di maturità che passa per le reminiscenze dell’Inter dello scorso anno.
E poi c’è Dumfries: terzo gol in 4 partite di Serie A, questo gol però porta punti alle casse nerazzurre e non servono per allungare il brodo come contro Roma e Salernitana. Un aspetto importante della presenza dal primo minuto dell’olandese è la scelta di puntare su di lui, difatti non era l’unica alternativa per Simone Inzaghi che poteva contare su Darmian appena rientrato, che però ha preferito far sedere in panchina per un recupero più completo, poteva contare su D’Ambrosio, effettivamente entrato per l’esterno ex PSV all’83’ per contenere l’assalto finale degli ospiti. Questa scelta, indirizzata ma non forzata, è simbolo di fiducia negli uomini a disposizione di Inzaghi.
Ma in un anno così importante come quello che abbiamo appena vissuto, cosa chiediamo a Babbo Natale? Quali sono i buoni propositi del 2022?
Sicuramente si auspica una conferma del blocco squadra e dei rinnovi con i calciatori in scadenza. Ma è lampante che manchi una pedina offensiva che possa prendere i panni di Dzeko, che sappia abbinare forza fisica, tecnica e senso della rifinitura. Con tale acquisto si può far rifiatare il bosniaco che incomincia a far calare il rendimento realizzativo (7 gol nelle prime 9 partite di campionato mentre solo 1 nelle restanti 10 partite).
Per i buoni propositi ci si augura un 2022 carico di aspettative (e trofei, a partire dalla Supercoppa Italiana già a gennaio) e una ricerca maggiore nella mentalità e nello slancio verso lo Scudetto, che tanto nel 2021 ci aveva fatto impazzire.