Si può fare mercato anche quando, il mercato, ufficialmente sarebbe chiuso
Beppe Marotta lo sa, fiuta il pericolo e gioca d’anticipo. Legge Bosman e pandemia sono solo due delle molteplici parole chiave che sarebbero utili a descrivere il generale momento di confusione e fuga dalla Serie A. Gli esempi fioccano e Insigne è solo l’ultima fotografia di una realtà che ormai appare chiara: mantenere i propri pezzi pregiati, per le società italiane, è diventata ardua impresa ed è una regola che ormai sembra valere per tutte le squadre della massima serie.
Tutte o almeno, a ben pensarci, quasi. Perché l’Inter prova ad essere eccezione e lo sguardo prospettico della propria dirigenza, evidentemente, non si appaga di conservare l’attuale supremazia sul campo, ma volge già lo sguardo al futuro. Prova evidente sono i freschi rinnovi di Barella e Lautaro, oltre alla parola, di Marcelo Brozovic, di accodarsi alla lista parecchio in fretta.
Segno palese del fatto che, mentre le altre arrancano, perdono a zero i propri gioielli ( alcune addirittura il proprio capitano…) l’Inter fa la voce grossa già rivolta a quello che sarà: in un presente di dubbi ed ombre per il calcio italiano, c’è chi ancora riesce a costruire ed impostare progetti tecnici di alto livello a medio/lungo termine.
Parla poco, Beppe Marotta. Ma fa mercato anche quando il mercato, ufficialmente, sarebbe chiuso. Chapeau per il tempismo, direttore.