Materazzi non dimentica: “Sentivo molto la rivalità con la Juventus. Bastoni il mio erede”

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Ospite sul canale YouTube di Markino Neroblu, l’ex capitano dell’Inter è tornato a parlare della squadra di Inzaghi e dei suoi momenti vissuti in nerazzurro.

Chi è l’attaccante che ti ha dato più fastidio in carriera?
“Io dico sempre una cosa, quello che ti mette più in difficoltà è quello che ti fa male quando non sei concentrato, mi è successo con Julio Cruz quando giocavo al Perugia. Per fortuna non segnò, ma mi fece girare la testa. Lì ho capito che la concentrazione era tutto. Ronaldo penso che sia stato il più forte di tutto”.

È stato difficile smettere con il calcio?
“Ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi è sempre stata vicina, ho giocato fino a 38 anni. La forza di quegli anni è stata l’aver avuto sempre voglia di giocare e di vincere, quando mi è stato detto che non sarei partito protagonista ho capito che era il momento di smettere. Il primo anno dopo aver smesso ti godi la famiglia, poi devi essere bravo a costruire qualcosa anche dopo il calcio giocato. Ho 49 anni e penso sempre a vincere ancora oggi, non faccio vincere nemmeno mia figlia a ping pong”.

Che emozioni ti ha dato tirare il rigore decisivo al Mondiale?
“Non era semplice, io ho sempre detto che in tanti mi amano ma sono anche in tanti che mi odiano, ma quando sei odiato per me è positivo. Se non sei uno che divide vuol dire che sei una persona piatta e io non lo sono. Il pallone era pesante, mi preoccupava perché avevo già segnato in quella partita, sicuramente sarebbe stato più difficile aver avuto di fronte un portiere alto due metri, aver avuto contro Barthez mi ha agevolato”.

La partita che sentivi di più?
“Sia il Milan che la Juventus, ma contro la Juventus c’era più rivalità”.

La partita che non ti ha fatto dormire?
“Il Barcellona. Giocare, arrivare in fondo e non vincere sarebbe stato terribile, è stata la stessa cosa con Germania-Italia”.

Quando hai provato un’emozione tale da arrivare alle lacrime?
“Le prime lacrime di gioia le ho versate a Madrid, lì si chiudeva un cerchio. Avevo iniziato con le lacrime di gioia del 5 maggio e ho chiuso con le lacrime di gioia di Madrid. Ho sempre detto che darei volentieri 2-3 scudetti per riavere quello del 5 maggio, era un momento importante, non eravamo favoriti e siamo arrivati a giocarcela, era un momento di rifondazione. Abbiamo sbagliato noi all’ultima giornata, però ci sono state circostanze nell’arco del campionato che poi sono venute fuori, senza voler polemizzare. Quello Scudetto sarebbe stato il più bello”.

Chi potrebbe essere il tuo successore nell’Inter?
“È scontato, penso che sia Bastoni per quello che sta facendo. Gli manca qualche gol, ma è un giocatore fortissimo e arriveranno anche quelli”.

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Redattore SportPaper.it e IMinter.it, esperto di calcio italiano ed estero