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Inter, Inzaghi sì o Inzaghi no?

LE INDICAZIONI DI SIMONE INZAGHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Inzaghi il colpevole?

Dopo la cocente delusione del Derby di Milano e la seconda sconfitta in 5 partite, è incominciata la ricerca dei colpevoli e sul banco degli imputati è finito soprattutto Simone Inzaghi. Per poter fare un’attenta e corretta valutazione dell’operato di Inzaghi bisogna mettere tutto sul piatto della bilancia, sia gli errori che i meriti.

Il mister piacentino è arrivato all’Inter (dopo 5 anni alla guida della Lazio e altrettanti 5 nel rispettivo settore giovanile) in uno dei momenti più difficili, aveva una grande eredità da mantenere e la responsabilità di star allenando la squadra migliore d’Italia, con una crisi societaria da vivere ed un mercato che ha visto andare via: Lukaku, il miglior marcatore della squadra ed il miglior giocatore della rosa; Hakimi, uno dei migliori giocatori in prospettiva del panorama europeo reduce da una stagione con i fiocchi ed Eriksen per gli sventurati motivi che ormai sappiamo.

Per tenere alta l’asticella ha dovuto reimpostare il gioco in maniera diametralmente opposta rispetto allo status quo voluto da Antonio Conte. Ha intravisto nei giocatori la possibilità di poter sviluppare tale gioco rinunciando talvolta alle ripartenze e ai contropiedi.

Nonostante tutte le problematiche, l’Inter vista era diventata più propositiva e con il baricentro più alto, facendo siglare il miglior attacco con 84 goal e la seconda miglior difesa con 32 gol subiti, uno in più di Napoli e Milan. Una stagione che si è chiusa con un secondo posto in campionato, la conquista di Coppa Italia e la Supercoppa Italiana e l’accesso agli ottavi di finale di Champions League (e annessa vittoria all’Anfield).

Come rosa a disposizione l’Inter aveva molto da puntellare, servivano i ricambi a centrocampo ed assegnare un vice Brozovic, aveva bisogno di un portiere che potesse far scomodare Handanovic con 38 primavere sul groppone e aveva bisogno di una punta che potesse capitalizzare l’enorme quantità di occasioni che si creavano durante le partite.

La società, unita alla dirigenza, ha dunque consegnato ad Inzaghi: Asllani, Mkhitaryan, Onana e Lukaku tra gli altri, per poter sistemare meglio la rosa lungo tutto il periodo dell’anno.

Il risultato è che nelle prime 5 partite di questa stagione sono arrivate 3 vittorie e 2 sconfitte in 2 big match; dimostrazione del fatto che Inzaghi ha commesso gli stessi errori che commetteva l’anno scorso, ovvero un approccio sbagliato nelle partite che contano con la conseguenza di lasciare punti per strada che sono utili per l’economia della classifica.

Anche Conte in corso d’opera ha cambiato diverse cose, come la rivalutazione di giocatori del calibro di Eriksen e Perisic che sembravano due esuberi prima del loro ingresso in campo, senza una disposizione tattica precisa ed una mancata collocazione nello scacchiere del 3-5-2; l’umiltà di Conte verso questi giocatori ha fatto sì che potessero rendere in campo.

La stagione è appena iniziata e si può (e si deve) correggere il tiro, forse una delusione così grande condivisa nello spogliatoio può (e deve) diventare un campanello d’allarme, sperando che Inzaghi si faccia carico delle sue responsabilità e che guidi l’Inter nei posti dove merita di stare.

 

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