Sergio Conceiçao torna a San Siro. L’ex calciatore di Lazio e Inter ha parlato alla vigilia della sfida di Champions League contro i nerazzurri. Queste le parole riportate da fcinter1908.it: “La sfida non è tra Inzaghi e Conceiçao, ma tra due squadre che hanno tanta storia. Mi fa piacere rivedere Simone, abbiamo vinto titoli importanti alla Lazio. Ora facciamo un altro lavoro, più impegnativo, ma ugualmente appassionante. Sarà una partita difficile, l’Inter negli ultimi tre mesi ha perso una sola partita. Conoscevo già il modo di giocare di Simone, abbiamo preparato tutti i momenti che pensiamo possano essere importanti”.
Ci sono giocatori che hanno più probabilità di giocare domani?
“I giocatori che ho portato qui avevano infortuni, lesioni muscolari, ma ogni ora che passa è importante per il recupero. Abbiamo speranza di recuperarli. Non sono pronti per giocare 90′, ma sono venuti con noi in questa trasferta. Spero che domani arrivino buone notizie verso la preparazione della partita”.
Che idea ti sei fatto dell’Inter?
“E’ molto forte, piena di grandissimi giocatori. E’ abituata ad avere test settimanali di livello molto alti perché è in uno dei campionati più competitivi del mondo e negli ultimi tres mesi ha perso solo una volta. Sappiamo delle loro qualità, ma anche le nostre. Siamo abituati a questi palcoscenici, siamo un club storico e dobbiamo presentarci come tale”.
E’ la prima volta che gli avversari vi danno anche come favoriti.
“Il Porto è una squadra con grande storia, quindi sicuramente Simone e Acerbi sono stati influenzati anche da questo. Dal 2006 il Porto ha un gran numero di titoli nazionali e internazionali, ma guardando il livello in generale noi e il Brugge eravamo un gradino più in basso degli avversari. Proveremo comunque a dare tutto e la miglior risposta sarebbe il passaggio del turno”.
Preferiresti incontrare una Inter senza Lukaku o con Lukaku che insegue ancora la miglior forma?
“Questa è una bella domanda per Simone. Ha attaccanti fortissimi, poi sceglie lui con la sua strategia per domani”.
Galeno e Otavio sono infortunati, ma li hai portati a Milano. Come mai?
“Sono in un periodo di recupero. Tutti i minuti sono importanti, vediamo come stanno domani. Stiamo facendo di tutto con il nostro staff medico”.
Che emozioni provi nel tornare a San Siro?
“L’emozione è sempre grande quando torno in Italia. Mi ha accolto quando avevo 22 anni e ho bei ricordi. All’Inter un po’ meno perché mi sono infortunato, non sono stato così forte come al Parma e alla Lazio. Ma è il passato, ora si parla di un’altra cosa”.
Sei mai stato vicino a tornare all’Inter?
“No, non c’è stato niente”.
C’è la possibilità di vincere la Champions?
“Vincere la Champions per una squadra che non è nei primi 5 campionati è difficilissimo. L’ultima è stata il Porto, ma il divario finanziario e tecnico è molto ampio. Non è impossibile, ma è difficile”.
All’Inter piace fare pressione alta: ci saranno spazi da sfruttare?
“Non possiamo fuggire da quello che noi siamo come squadra. Ci piace fare pressione, siamo aggressivi in ogni momento della partita. E’ una sfida enorme, stimolante preparare una partita del genere. Non dico che non ho la stessa concentrazione in tutte le partite, perché anche contro squadre di seconda divisione prepariamo le partite nella stessa maniera. E’ stimolante capire cosa si può fare contro un avversario che applica pressione, aggressività e cercare le chiavi per vincere queste partite”.
Quanto dell’allenatore che sei adesso c’è della tua esperienza in Italia?
“Un giocatore non pensa come un allenatore, è diverso. Un’altra cosa. Ho imparato dagli allenatori che ho avuto. Si impara sempre qualcosa anche da chi taglia l’erba, dobbiamo avere l’intelligenza di pensare che non sappiamo tutto. In Italia ho avuto allenatori bravissimi, è stato importante anche se non determinante”.
Ti piacerebbe completare il tuo percorso da allenatore in Italia?
“Io amo l’Italia, è meravigliosa. Ha i suoi difetti, ma più qualità”