Henrikh Mkhitaryan è stato il protagonista del quarto episodio del podcast Andrea Ranocchia, Frog Talks. Il centrocampista ha raccontato diversi aneddoti e ha parlato della stagione dell’Inter. Ecco le sue parole riportate da fcinter1908.it.
Inter, le parole di Henrikh Mkhitaryan
“A 20 anni sono andato in Ucraina, poi dopo un anno mi voleva Lucescu, avevamo una squadra veramente fortissima. Lucescu è bravissimo, come allenatore posso dire solo belle cose. Dopo sono andato al Borussia Dortmund, prima con Klopp e poi con Tuchel. Klopp bravissimo, è uno psicologo, crede in te, ti dà la libertà, è molto bravo. Per lui dai la vita. Un giorno facciamo l’allenamento e mi dice: “Se fai 7 gol ti do 50 euro, se non li fai me li dai tu”. Non sono riuscito e ho dovuto dargli 50 euro”.
“Dopo due giorni abbiamo battuto 2-1 l’Eintracht Francoforte grazie a una mia doppietta e al termine della partita Klopp è venuto da me ad abbracciarmi. Gli ho chiesto di ridarmi i 50 euro e lo ha fatto. Dopo due giorni abbiamo battuto 2-1 l’Eintracht Francoforte grazie a una mia doppietta e al termine della partita Klopp è venuto da me ad abbracciarmi. Gli ho chiesto di ridarmi i 50 euro e lo ha fatto”.
“Finire la carriera all’Inter? Mi rimangono due anni di contratto, vediamo se riesco a finire questi due anni (ride, ndr). Dico sempre che finché posso devo giocare perché poi non voglio avere rimpianti quando smetto. Meglio giocare più possibile adesso. I compagni? Secondo me mi vogliono bene. È una cosa che mi ha colpito, non capivo come fosse possibile. Parlo cinque lingue: armeno, russo, inglese, francese, italiano. Il tedesco l’ho dimenticato perché era molto difficile, lo parlavo molto bene solo al mio terzo anno a Dortmund”.
“Fuori dal campo mi piace giocare a scacchi: mi dà la possibilità di pensare, di capire come muovermi e dove andare, cercando di prevedere le mosse future dell’avversario. Lautaro? In un’intervista ho detto che anche senza la fascia è un trascinatore, sta segnando un sacco di gol, è fondamentale per questa Inter e lo sta dimostrando. Non è una questione di fascia, conta come ti comporti in campo. Penso a Barella che non ha la fascia ma fa delle cose che ti lasciano con la bocca aperta. Quanti capitani nello spogliatoio? Tutti e 25. Questo è importante. Quando giochi sei con undici giocatori, magari quel giorno uno o due non sono al meglio. Però sapendo di avere questi compagni sono tranquilli perché sanno che daranno una mano”.