Lautaro Martinez torna sul Mondiale vinto Il “Toro” ora vuole vincere con l’Inter

L'attaccante vuole vincere ancora

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Lautaro Martinez
Lautaro Martinez bacia la coppa del mondo

Tutto cominciò con un infortunio al ginocchio

Per avere il piacere, a volte bisogna prima passare da un dolore. Non è dato sapere se Lautaro Martinez,  colonna dell’Inter e della nazionale argentina  incrociato sulla sua strada il filosofo Epicuro di Samo che sosteneva esattamente questa tesi. Fatto sta che il suo mondiale in Qatar, chiuso in gloria con la Coppa del Mondo tra le mani e nel cuore, non era cominciato proprio benissimo.

Il conforto di Messi, l’apporto di Alvarez e la sua tenacia alla base del recupero

E’ lui stesso a dichiararlo in un’intervista a ESPN. Alla vigilia della kermesse, infatti, il ginocchio aveva deciso di rendergli la strada in salita: ” non riuscivo nemmeno a calciare – spiega – perché il dolore era insopportabile”. Ma il destino, in un modo o nell’altro, la ciambella di salvataggio te la lancia prima o dopo. E per lui questa ciambella aveva le sembianze del compagno di squadra Alvarez che, afferma, “ha dato alla squadra quello che non riuscivo a dare io”. Ma tra gli alleati della sua guarigione, gli piace pensare che ci siano state le parole di sostegno di un “certo” Lionel Messi, in casacca albiceleste come lui: “si è avvicinato – prosegue Lautaro che, in nerazzurro, ormai è chiamato soltanto con il suo nome di battesimo a testimonianza dell’affetto per lui riposto dalla tifoseria – e mi ha detto di recuperare per bene perchè sarei stato molto utile alla squadra”. Dal libro del profeta Messi, così doveva essere e così fu. Per assecondare il desiderio di Lionel il benaugurante, Lautaro chiese udienza al suo mister Scaloni dicendogli quattro parole quattro: fammi riposare per bene. Perché lui, al debutto al gran ballo del Qatar, voleva esserci con il suo vestito migliore. Poi le braccia al cielo in segno di giubilo le levò l’Arabia Saudita nell’unica, vera stecca dell’albiceleste nel mondiale ma questo è un discorso a parte .

Lui , però, dopo il cappaò con l’Arabia di Herve Renard, ha comunque avvertito delle buone vibrazioni. E testimone ne è Rodrigo De Paul che si è sentito dire dal Lautaro benauspicante “tu guarda che stavolta la vinciamo, ho molta fiducia”. Profeta pure lui? Chissà. Quando appenderanno le scarpe al chiodo, lui e Messi potranno provare a predire il fausto futuro a qualcuno, visto che nel loro caso,  e applicato a loro stessi, ci sono riusciti benone. Dal passato gaudioso al futuro che egli auspica naturalmente sia dello stesso segno.Il suo ragionamento comincia bussando alle porte della matematica: “due anni fa avevo zero titoli, oggi ne ho già sette”. Non lo dice ma lo sottintende: l’appetito vien mangiando, ergo… Il secondo auspicio per il futuro è un … ritorno al passato con la casacca del Racing. Più che un auspicio, lui lo definisce “un sogno”. Che , per ora, non ha contorni temporali definiti ma, aggiunge, “è una cosa che ho in mente”. Lo sa anche la sua compagna, madame Agustina Gandolfo da Mendoza,  con cui , dice “ne parliamo spesso”. Agustina, per amore di Lautaro, ha preso con lui il volo per l’Italia abbandonando il negozio di abbigliamento di cui era titolare. E’ pazza del compagno ed è argentina. Due alleati preziosissimi per sostenere il Lautaro “desio che ven da core”, per dare al tutto una veste poetica, di ritornare a calcare il rettangolo verde sul patrio suol.

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