Yann Sommer si lascia andare ad una lunga intervista a a RAI Sport nel corso del programma La Domenica Sportiva, durante la quale lo svizzero ha parlato anche del suo percorso con l’Inter, degli obiettivi stagionali ancora da conquistare.
Inter, Sommer: “Sono nella squadra top italiana”
Al portiere svizzero viene chiesto se è sorpreso dall’Inter: “Sorpreso direi di no, anche perché nell’ultima stagione era arrivata in finale di Champions League. Avevo già visto la squadra, si percepivano la qualità e la bravura di Simone Inzaghi. Non vedevo l’ora di iniziare questa avventura ma senza mettermi troppa pressione. Mi son detto: ‘Ok, arrivo in una squadra top italiana ed europea, una squadra unita che si conosce già benissimo’. Per un portiere è bellissimo arrivare in una realtà nuova e trovarla già così compatta e forte, è bellissimo essere all’Inter”.
Gli obiettivi con i nerazzurri: “Evidentemente l’obiettivo primario è vincere lo Scudetto, nelle prossime settimane affronteremo partite molto difficili. Proveremo a fare il massimo dei punti ma nessuno ci farà regali, tutte le partite sono e saranno complicate. Poi vedremo se sarà possibile stabilire qualche altro record, ma prima di tutto dovremo pensare al titolo. Anche perché nulla è ancora deciso, dovremo continuare a spingere. Il bello, insomma, deve ancora venire”.
Sommer e il segreto della sua carriera
Per Sommer, il segreto della sua eccellente carriera: “La cosa più importante è che vivo bene. Mi spiego meglio: faccio tutto ciò che posso per il mio fisico e per rendere al meglio. Inoltre, mi diverto ancora tanto a giocare a calcio. Cercare la vittoria ogni tre giorni, puntare sempre al miglior risultato possibile e perfezionare le mie prestazioni è una grande sfida e ne ho bisogno. Mi serve una sfida per performare sempre al meglio, penso che il mio livello sia merito delle attenzioni che riservo al calcio giorno dopo giorno”.
Molti giocatori presto si stancano dei ritmi e del giocare senza sosta, al riguardo, afferma: “In generale direi di no, però questo discorso tocca tutti i giocatori. Quando giochi spesso, viaggi tanto, la pressione è sempre elevata e c’è tanta tensione. Questo inevitabilmente ti stanca, vale per tutti i giocatori a qualunque età. La cosa importante per me è staccare completamente dal mondo del pallone quando torno a casa. Ho bisogno materialmente di pensare ad altro, così da poter rifiatare e tornare il giorno dopo ad affrontare nuove sfide al massimo della motivazione“.