Atalanta-Inter: l’unico a vincere si chiama equilibrio

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Inzaghi
Massimiliano Farris e Simone Inzaghi ph: Fornelli/Keypress

Cronaca di un pareggio divertente, un punto ciascuno nella notte del Gewiss

Una vecchia legge del calcio recita: quando non puoi vincere, almeno non devi perdere. Gasperini lo sa e si adegua. Tutto sommato, chi potrebbe mai storcere il naso dinanzi alla possibilità di portar via anche un punto solo alla corazzata di Inzaghi? In Italia, allo stato attuale, probabilmente nessuno. Non fa eccezione “la Dea” del maestro Gasp, tanto più che al tecnico dei bergamaschi mancavano parecchie pedine importanti al proprio scacchiere, costretto com’era a schierarsi con un 4-3-2-1 molto abbottonato, con Pezzella e Djimsiti esterni di difesa, il ritorno di Freuler sulla linea mediana e il tandem di trequartisti Pasalic e Pessina, a dar man forte all’unico uomo punta lì davanti: Luis Muriel. Inzaghi, da parte sua, che aveva già preannunciato la delicatezza della sfida in conferenza stampa, si contrapponeva con il classico 3-5-2, che vedeva il ritorno di D’Ambrosio dal primo minuto nel terzetto di difesa affianco a Skriniar e Bastoni, Darmian in luogo di Dumfries sulla corsia di destra, con Perisic che agiva sul lato opposto, fiancheggiato graniticamente dal trio di centrocampo Barella, Brozovic e Calhanoglu. Il match winner di Supercoppa, Alexis Sanchez, spalleggiava in attacco con Dzeko, preferito a Lautaro.

Atalanta guardinga e principalmente impegnata “a non prenderle”, che corre il primo rischio intorno al minuto 16 del primo tempo, quando Brozovic si libera sull’out di testa e propone al centro dell’aria di rigore un cross affilatissimo per la testa di Dzeko: zuccata del bosniaco ( che si libera in scioltezza di Demiral, non proprio un mingherlino) e pallone che finisce fuori, alla sinistra di Musso, di pochi metri. Ma è al minuto 26 che arriva la prima ghiotta palla goal della serata: break in recupero palla di Bastoni e Barella su Muriel a ridosso della metà campo bergamasca, strada aperta per il movimento di Calhanoglu al limite dell’area e servizio del turco per Sanchez in area di rigore: per Alexis sarebbe poco più di un penalty in movimento, ma stavolta Musso si traveste da supereroe e fa la paratona decisiva, spedendo il pallone ( che pareva destinato all’angolo in alto a destra della sua porta) in calcio d’angolo. L’Atalanta risponde con sporadici inserimenti dei suoi interni di centrocampo, fotografia ne è quello di Pessina, a ridosso del minuto 39, quando il centrocampista azzurro raccoglie di testa, nell’area dell’Inter, un invito di Freuler dalla sinistra: il tiro è debole e Handanovic non ha problemi a bloccarlo a terra. Deve invece compiere un intervento ai limiti del prodigio, il portierone sloveno, quando al terzo minuto del secondo tempo è Mario Pasalic, al limite dell’area dell’Inter, ad imbucare all’altezza del dischetto per l’inserimento a fari spenti di Pessina, che si porta avanti il pallone con lo stop orientato e si presenta a tu per tu con Samir il supereroe, che lo ipnotizza e manda in corner.

A fare la prodezza, al minuto 65, stavolta è Giuseppe Pezzella: l’esterno basso di Gasperini si immola anticipando in maniera provvidenziale, a ridosso della riga di porta, l’accorrente Darmian, ben visto e innescato da un intelligente invito di Dzeko sulla sinistra.

Passano soli due minuti e Inzaghi opera le sue sostituzioni nel tentativo di smuovere l’inerzia: Vidal, Dumfries e Correa entrano in luogo di Calhanoglu, Darmian e Sanchez. E proprio Dumfries potrebbe diventare assist-man appena tre minuti dopo il suo ingresso in campo: Barella taglia il cross dal vertice sinistro, l’olandese lo raccoglie di testa e invita al centro per Dzeko, ma il secondo colpo di testa consecutivo di Edin sorvola la traversa. E’ a ridosso del minuto 76 che l’Inter si riaffaccia ancora in area bergamasca con due tentativi quasi consecutivi di Vidal e D’Ambrosio: il cileno si libera e calcia dalla 16 metri ( Musso allontana sulla sua sinistra) e l’esterno di difesa si inserisce a centro-area sul prosieguo ma spara alto.

Gasperini attende il minuto 78 per operare la sua prima sostituzione, con l’ingresso di Miranchuk al posto di Pessina e sono proprio i minuti 78 e 80 che registrano due palle goal enormi per i padroni di casa: prima Pasalic di testa in area dell’Inter ( sovrastando Dumfries e D’Ambrosio) manda fuori di un soffio sulla destra di Handanovic, poi è il turno di Muriel appena 120 secondi dopo, quando il colombiano sgasa su un pallone che penzola a centrocampo, vince il duello con Bastoni e si invola a tu per tu con Handanovic, appena tamponato alle spalle da Skriniar: Muriel però non incrocia, tenta la rasoiata perfida sul primo palo e Samir anche qui si fa trovare pronto e devia in corner.

Inzaghi getta nella mischia anche Lautaro e De Vrij per Dzeko e Bastoni, mosse a cui Gasperini replica inserendo Piccoli e Zappacosta per Muriel e Pasalic ( che all’86esimo era stato autore del suo ultimo break offensivo, recuperando palla sulla trequarti dell’Inter e sparando sui guantoni di Handanovic). L’ultimo tentativo di gonfiare la rete si verifica intorno al minuto 89: Dumfries si accentra, Barella esegue un assist di tacco visionario per l’inserimento perfetto di D’Ambrosio a tu per tu con Musso: conclusione sul primo palo, montante scheggiato e palla fuori.

L’Inter chiude in crescendo ma il risultato non cambia più: è 0-0 nella notte del Gewiss.

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