Inzaghi, così come Conte, dall’approdo all’Inter ha convinto i propri giocatori ad utilizzare il 3-5-2. Conte, con questo modulo, ha fatto le fortune di Juventus ed Inter nella sua storia; Inzaghi ha coltivato l’idea “contiana” di questo 3-5-2 apportando i propri cambi (dovuti sia alle volontà dell’allenatore che allo smantellamento continuo della rosa).
In verità, anche Inzaghi nella sua storia da allenatore ha sempre preferito il 3-5-2, apportando molti cambi, dettati dalla rosa a disposizione ai tempi della Lazio. Tra le variazioni più note c’era la chiave Luis Alberto che collaborava con la linea a 5, con la licenza di inventare il gioco in fase offensiva; la seconda chiave riguardava la seconda punta che gravitava dietro all’unica punta Ciro Immobile: questa scelta netta di utilizzare una seconda punta dietro a Immobile fece cambiare lo schema da 3-5-2 a 3-5-1-1.
Conte, parallelamente, ha utilizzato meno questa distinzione, facendo valere però tra le scelte un’allusione ad una collaborazione tra prima punta e seconda punta, simile ad una struttura gerarchica con Romelu Lukaku a fare la prima punta di peso e Lautaro Martinez a fare il lavoro di rifinitura, entrambi però con il fiuto del gol.
Recentemente, Inzaghi ha valutato l’idea di tenere la netta distinzione tra prima e seconda punta, sia per la poca disponibilità data dal Mondiale (avendo solo Dzeko tra gli attaccanti), sia per inventare delle alternative che possano dare una maggiore spinta offensiva.
La pedina utilizzata per lavorare di seconda punta è Mkhitaryan, che è stato inserito alle spalle di Dzeko, per fare da raccordo tra centrocampo e attacco. Sia nelle amichevoli “maltesi” sia nella sfida contro la Reggina sono state adottate questa soluzione.
Sarà definitiva anche per il campionato? Inzaghi aspetta Lautaro e Lukaku per ricomporre l’attacco titolare? Saranno le prossime sfide a dircelo.