La dirigenza nerazzurra interessata all’argentino
Di nome fa Roberto. Se proprio si vuole essere precisi alla lettera, i suoi hanno deciso alla sua nascita di mettergli a fianco anche il nome Maximiliano. Di cognome, invece, solo Pereyra. E allora, seguendo il buon vecchio adagio di Totò per cui è la somma che fa il totale, uniamo il tutto: Roberto Maximiliano Pereyra. Oggi si sta vivendo una seconda vita all’Udinese dove ha messo in archivio per le statistiche 76 presenze e 10 reti. Nella sua prima esistenza in bianconero, invece, il suo score fu di 84 e 8. Domani, invece, per lui potrebbe esserci l’Inter.
Il giocatore arriverebbe a parametro zero e ha un impiego molto duttile
La premiata ditta Giuseppe Marotta- Paolo Ausilio, infatti, ha messo in fila tre concetti che le garbano parecchio: primo, il giocatore ha esperienza chilometrica da vendere, secondo, ha dimostrato di non essere incasellabile in un unico ruolo, terzo, lo si può ottenere a parametro zero. E vi è anche un quarto punto non meno rilevante: con l’Udinese è in scadenza di contratto. Insomma, piedi buoni ed eterogeneità di utilizzo. E, siccome non si viene mai dal niente, allora vale la pena, anche per chiarire maggiormente perchè la società di viale della Liberazione se ne sia invaghita, ripercorrere il suo trascorso, corollario di quanto ha saputo fare con i piedi (che, nel mondo della sfera di cuoio, è un complimento e non l’indicazione di un lavoro fatto approssimativamente come invece in altri ambiti). Giovanili con Cadetes e River Plate nella sua Argentina terra di Pampas, poi il debutto tra i professionisti con quest’ultimo con un autografo ben calcato di quarantatrè presenze. Poi nella sua vita arriva l’Italia, Friuli, Udine, terra di ottimi vini e dell’Udinese e qui lascia un’impronta di 84 presenze e 8 reti. Il bianconero gli piace proprio tanto, se lo sente addosso come un vestito su misura ma decide di cambiare città e di provare quello della Juventus, e si cuce addosso altre 48 presenze condite da quattro reti.
La sua successiva evoluzione calcistica lo vede prendere l’aereo per l’Inghilterra, destinazione Watford, squadra un tempo detenuta anche da un certo sir Elton John, storico e talentuoso cantante del paese di sua altezza reale: ai tifosi della squadra che gli italiani ricorderanno anche essere stata quella da cui proveniva l’attaccante milanista Luther Blissett lascia un cadeau di 106 presenze e 16 reti. Poi il ritorno in Italia, vuoi per l’amore per il Friuli, vuoi perchè si è ricordato di quel vestito bianconero che per anni gli è stato così bene addosso. Il resto è storia di oggi. Nel caso in cui approdasse nella famiglia nerazzurra, Pereyra potrebbe essere impiegabile come laterale di destra, visto che a Udine in questo ruolo pur originariamente non suo ha reso benone, o come mezzala. Scorrendo nome e cognome di Pereyra di lettera t non si scorge neppure l’ombra: eppure il ragazzo, in dotazione, ne ha almeno tre. Talentuoso (lo si è sviscerato ampiamente), trattabile (dalla dirigenza nerazzurra) e pure tenerone. Vedasi ultimo suo messaggio in ordine di tempo che ha inviato al padre per augurargli buon genetliaco: “orgoglioso di te pa, buon compleanno (disegno di un cuore), ti abbraccio a distanza chango, mi manchi”. Sì, per Pereyra calcio e sentimenti sono inseparabili.