Notte magica a Lisbona: L’Inter, tra le stelle, si trasforma

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Inzaghi
LA GRINTA DI SIMONE INZAGHI CHE PUNTA IL DITO IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

E’ arrivata la notte tanto attesa, quella che vede l’Inter tornare protagonista ai quarti di Champions League dopo 12 anni. Momento nero per Inzaghi e i suoi che nell’ultima sfida di campionato riescono, a stento, a strappare un pari contro la Salernitana, dopo le tre sconfitte consecutive con Spezia, Juventus e Fiorentina che ancora pesano. Pesano queste, come pesano le ben 10 disfatte totali in questa stagione. Troppe, sicuramente, per chi punta a qualcosa in più che arrivare tra le prime 4 forze del campionato. Questa sera, però, è doveroso dare un segnale ai tanti tifosi, anche in quest’occasione, accorsi allo stadio, fino a Lisbona, per sostenere la propria squadra. Doveroso far vedere che questa Inter è arrabbiata e può, anzi, deve far male. Serve un forte segnale di ripresa, serve una reazione importante, tanto quanto lo è questa sfida. La posta in gioco, qui, è davvero alta. Vietato sbagliare.

All’Estadio da Luz è tutto esaurito e le due squadre si presentano così per questa gara di andata:

Benfica (4-2-3-1): Vlachodimos; Gilberto, A. Silva, Morato, Grimaldo; Luis, Chiquinho; Joao Mario, R. Silva, Aursnes; Ramos.

Inter (3-5-2): Onana; Bastoni, Acerbi, Darmian; Dimarco, Mkhitaryan, Brozovic, Barella, Dumfries; Dzeko, Martinez.

IL PRIMO TEMPO

In 5 minuti sono già tre i falli effettuati dai locali in area. Buono l’approccio dei nerazzurri nei minuti iniziali. La squadra di Simone Inzaghi è scesa in campo con la giusta “cazzimma”… almeno per ora. Dopo poco, però, errore di Dimarco che in area, di testa, sbaglia tutto e manda un assist nel mezzo dove c’è Rafa Silva: il numero 27 sferra il tiro in porta, ma è reattivo Onana che evita la beffa al quarto d’ora. Si scusa, per fortuna, Federico Dimarco. Al 25° Acerbi calcia di potenza da una distanza di circa 30 metri: paura per il Benfica, ma il pallone termina di poco alto sopra la traversa. Al 39° Dzeko manca l’insaccata di testa per pochi centimetri: bellissima l’azione di Barella che si piazza sulla destra e lancia alla sinistra sul secondo palo per il bosniaco che, però, appunto non ci arriva. Si susseguono altre due ottime giocate dei nerazzurri, entrambe per mano di Dimarco, che prima serve un cross in area verso Dzeko, poi si accentra e lancia sulla destra per Lautaro che, però, non ci arriva per questione di millimetri. Inter che pare voler chiudere a tutti i costi il primo tempo con un gol. Gol che, però, non arriva nei primi 45 minuti, destinati a terminare senza recupero. Fischia Oliver e le squadre vanno a riposo per il fatidico quarto d’ora di stop prima della ripresa. Buona Inter, che crea tanto e concede niente in questa prima frazione di gioco. E’ mancata, effettivamente, solo la conclusione vincente, ma di grandi occasioni ce ne sono state da parte della formazione meneghina. Benfica che, invece, disputa una buona gara pur non impensierendo mai l’avversaria, se non nella sola occasione dell’errore di Dimarco. Nel complesso, più Italia che Portogallo fin qui.

IL SECONDO TEMPO 

Entrambi gli allenatori decidono di affidarsi agli stessi 11 del primo tempo. Il Benfica riparte inserendo la quinta in questo secondo tempo. Al 51°, però, è l’Inter a trovare il gol del vantaggio: spettacolare la palla di Bastoni che dall’altra parte del campo manda il pallone sulla destra, dove trova Barella che salta e, con un colpo di testa di precisione, inserisce la palla nell’angolino per la gioia dei tifosi nerazzurri presenti. Inter in vantaggio. Confusione in area nerazzura al 56°: un brivido per l’Inter su un ottimo pallone di Joao Mario dove si rivelano fondamentali gli interventi, quasi sulla linea, di Dumfries prima e di Bastoni poi. Al 62° arrivano i primi cambi di Inzaghi: fuori Dzeko, Martinez e Dimarco per Lukaku, Correa e Gosens. L’Inter è in vantaggio, perchè rivoluzionare completamente l’attacco quando mancano ancora 30 minuti più recupero? Non era meglio aspettare ancora una decina di minuti almeno? Nel frattempo c’è un primo cambio anche nel Benfica: fuori Luis e dentro Neres. Al 66° azione clamorosa dei nerazzurri su ripartenza di Barella, Correa in area manda un pallone per Mkhitaryan che calcia debolmente un pallone che termina dritto tra le braccia del portiere. Al 74° sferra un destro rasoterra pericoloso Nicolò Barella, ma il pallone, esce di poco a lato. Un minuto prima Rafa Silva ha calciato in porta in maniera simile. Super tiro di Dumfries davanti alla porta con un colpo di testa parato egregiamente da Vlachodimos: azione partita nuovamente da Bastoni in un’azione fotocopia del gol di Barella. Check del Var in corso per un probabile tocco di mano in area nell’azione del numero 2 nerazzurro. Su un cross di Dumfries, l’ex di gara Joao Mario tocca di mano: è calcio di rigore per l’Inter. Dal dischetto calcia Lukaku e c’è il gol del 2-0 a Lisbona. Il gol arriva a 8 minuti dalla fine: rigore perfetto segnato dal belga che esulta come in nazionale, come contro la Juventus in Coppa Italia, in quel match costato, in maniera assurda, l’espulsione. Manca pochissimo al termine e il tifo nerazzurro è già pronto alla grande esultanza. Ancora vicina al gol l’Inter, ma Dumfries sul cross non ci arriva per pochissimo. All’87° abbandona il campo proprio il numero 2 protagonista, nel bene e nel male, di questa partita, per fare spazio a D’Ambrosio. Ci saranno 4 minuti di recupero. Al 91°, finalmente, si rivede in campo De Vrij che prende il posto di Alessandro Bastoni. Triplice fischio! Termina qui, i nerazzurri conquistano una vittoria importantissima su un campo tostissimo e mette un piede in semifinale. Il ritorno sarà a San Siro tra 8 giorni, e lì si vedrà se i nerazzurri, in semifinale, ci potranno mettere anche l’altro di piede. L’Inter, tra le stelle, si trasforma. Non c’è storia, non c’è partita. Squadra che ha meritato di vincere, a testa alta con grinta, voglia e aggressività da vendere. Così si fa.

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Giulia Falcone, giornalista sportiva, editorialista ed inviata delle testate Sport Paper e IMinter.