Nella check-list dell’Inter, la qualificazione alla fase finale di Champions League è da contrassegnare con la spunta verde. Bisogna ricordare che non è un traguardo raggiunto, ma una tappa verso la gloria della coppa dalle grandi orecchie. Quello in cui non bisogna incappare è rendere questo sogno un obiettivo: non ci si deve intestardire troppo e bisogna lavorare senza la pressione di chi ci sbatte la testa.
Quello dei nerazzurri è un percorso, sul quale si sta lavorando dall’era di Spalletti, ogni anno si mette il gradino per puntare allo step successivo, bruciare le tappe porterebbe una malsana idea di poter raggiungere l’obiettivo senza la base per mantenere quel livello per lungo tempo, e si sa, che le cadute dall’alto sono quelle che fanno più male.
Soprattutto questo secondo posto nel girone è quello che serve ai nerazzurri per poter guadagnare esperienza europea e del doppio confronto con le big del calcio europeo ne abbiamo già avuto un assaggio, sia contro il Liverpool l’anno scorso sia contro il Barcellona quest’anno.
A livello nazionale, invece, dopo la partenza a rilento, l’Inter ha inanellato una serie di 4 vittorie consecutive (Sassuolo, Salernitana, Fiorentina e Sampdoria), con l’occhio puntato verso il big match dell’Allianz Stadium di una Juventus che, nonostante la brutta condizione in cui sta versando, non è da sottovalutare.
Per Simone Inzaghi, la Juventus, è sempre stata la sua vittima preferita, già dai tempi della Lazio, con la quale ha vinto una Supercoppa Italiana nel finale; passando poi per le tre vittorie della scorsa stagione contro i bianconeri tra Campionato, Coppa Italia e Supercoppa Italiana.
La sconfitta di Monaco non deve demoralizzare e la sua “inutilità” sotto l’aspetto del risultato deve risaltare anche in campo, dimenticando quella parentesi e anzi, trarne delle buone conclusioni sul comportamento e l’atteggiamento in campo dei nerazzurri nei big match, che è mancato dall’inizio del periodo di Inzaghi.